I desideri di Padre Pio

I GRUPPI DI PREGHIERA

La nascita dei Gruppi di preghiera di P.Pio  fu per il Santo di Pietrelcina una risposta all’invito di Pio XII.

Il Papa Pio XII, sin dall’inizio del suo pontificato, sollecitò i fedeli affinché riscoprissero il valore della preghiera. I suoi inviti ad una preghiera comune si intensificarono specialmente quando si profilò all’orizzonte la seconda guerra mondiale.
Se la guerra divideva, la preghiera avrebbe dovuto unire. Denunciando il triste spettacolo di un mondo in disfacimento, esclamò: “Abbiamo bisogno di forti e serrate falangi di uomini e di giovani, che, tenendosi strettamente uniti a Cristo, almeno ogni mese ricevano il pane di vita e inducano altri a seguire il loro esempio” (17/2/42)…“Ciò di cui la Chiesa ha urgente bisogno, sono fedeli e gruppi di fedeli, di ogni condizione, che, liberi dalla schiavitù del rispetto umano, conformino tutta la loro vita e la loro attività ai comandamenti di Dio e alla legge di Cristo” (8/3/52). 

P.Pio e il Dott. Sanguinetti

Padre Pio, al dott. Guglielmo Sanguinetti che gli leggeva dall’Osservatore disse: «Diamoci da fare. Rimbocchiamoci le maniche. Rispondiamo noi per primi a questo appello del Romano Pontefice».

Padre Pio colse questi ripetuti appelli del Papa e promosse gli auspicati “Gruppi di Preghiera”. Sull’invito di Padre Pio, già nel 1947 s’andavano formando spontaneamente, qua e là per l’Italia,  gruppi animati dal desiderio di pregare e di pregare insieme. Erano, se non di nome, certamente di fatto, i “Gruppi di Preghiera

Nella Rivista La Casa Sollievo della Sofferenza” n. 3 dell’anno 1952, a firma del dott. Sanguinetti è pubblicato il seguente articolo: “I Gruppi di Preghiera si riuniscono in centinaia di città e paesi d’Italia ed anche all’estero; in moltissime località sono stati i vescovi stessi che hanno dato l’incarico di dirigenti a sacerdoti…”

36 padre Pio disegno

I NIDI DI PREGHIERA

Successivamente San Pio da Pietrelcina chiese che, accanto ai Gruppi di Preghiera, si formassero anche dei Nidi di Preghiera di bambini.

Ne troviamo conferma in una circolare[1] del 15 marzo 1955 del dott. Guglielmo Sanguinetti, Direttore della Casa Sollievo dal 1940 confidente e fido collaboratore di Padre Pio, fino alla sua morte (1954) lo incontrava ogni sera, lo aggiornava sull’andamento dell’opera di Casa Sollievo e aveva da lui suggerimenti. Riporto integralmente la circolare:

1 testata casa sollievo

         Parliamo un  poco dei “Nidi di Preghiera”

   Per incitamento e con l’approvazione paterna vi preghiamo dedicare la vostra attenzione anche ai “NIDI DI PREGHIERA”. Iniziamo comunicazioni al riguardo e nelle prossime circolari svilupperemo questa vicinanza di spirito, augurandoci di trovare la vostra comprensione.

Con molto piacere abbiamo letto in alcune relazioni che ci pervengono dai nostri Gruppi di Preghiera l’iniziativa promossa tempo fa dalla Casa Sollievo della Sofferenza, di organizzare in seno al Gruppo stesso i “Nidi di Preghiera”, oasi di pace, di amore e di educazione religiosa riservata ai piccoli, ai bambini e alle bambine.

A leggere queste relazioni ci siamo veramente commossi e dietro un incoraggiamento paterno, abbiamo pensato di incrementare questa iniziativa tanto salutare e di proporla a tutti i nostri Gruppi, con l’intento che venga presa in considerazione per preparare alla vita di domani le piccole generazioni in ambiente spiritualmente sano e sereno.

I Fanciulli sono le “pupille degli occhi del Divino Maestro” – così ha dichiarato il Romano Pontefice Pio XII in un discorso tenuto ad oltre mille ragazzi del “Borgo Don Bosco” il 19 aprile del 1953.

E difatti basta aprire le pagine del Vangelo per convincerci che l’espressione del Papa è profondamente vera.

2 Jesus abençoa as crianças

Cosa accadeva ogni qualvolta i fanciulli riuscivano a farsi largo tra la folla e raggiungevano Gesù! Non sarebbe esagerato  immaginare che se ne impadronissero addirittura; ed Egli li lasciava fare e difendeva le loro intemperanze dai rimproveri degli Apostoli e di quanti temevano che quei piccoli turbassero la quiete e portassero il disordine. Risuonava così per le vie della Palestina, dolce e ferma la parola di Gesù: “ LASCIATE CHE I FANCIULLI VENGANO A ME DI ESSI E’ IL REGNO DEI CIELI”. Gesù mostrava chiaramente di gradire la gran festa che quei cari bambini Gli facevano quando Egli passava per le loro contrade e, come attratti da una potente calamita, correvano a Lui e gli si stringevano attorno. Ed il Divin Maestro li abbracciava, e li benediceva, ponendo loro le mani sul capo.

Un giorno poi gli Apostoli domandarono a Gesù: “ Chi è il più grande del regno dei cieli?” E Gesù, chiamato a sé un fanciullo e collocandolo in mezzo, disse quelle memorande parole: “ In verità vi dico che, se non vi convertirete e non diventerete come fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli; chiunque si farà piccolo come questo fanciullo, quegli sarà il più grande del regno dei cieli; e chiunque accoglierà nel nome mio un fanciullo come questo accoglierà me stesso; chi poi scandalizzerà uno di questi piccoli, che credono in me, sarebbe meglio per lui che, appesagli al collo una macina di mulino, fosse sommerso nel profondo del mare”.

E’ chiaro che l’“approvazione paterna” e l’“incoraggiamento paterno” sono di Padre Pio che chiedeva la formazione dei Nidi di Preghiera.

4 P.Pio e as crianças

Ho fatto delle ricerche nell’archivio della Casa Sollievo e ho fotocopiato articoli e immagini di tanti Nidi di Preghiera pubblicati fin dai primi numeri della rivista. Si leggono delle relazioni che fanno veramente commuovere.

Purtroppo questa incipiente iniziativa da parte di Casa Sollievo si spense insieme alla vita del Dott. Sanguinetti.

Primi nidi in diverse città d’Italia (foto sopra)

E OGGI?

PAPA FRANCESCO: “ IL MONDO E’ IN GUERRA”.

Nel romanzo I fratelli Karamazov, lo scrittore russo Fëdor Michajlovic Dostoevskij, pone sulle labbra di uno dei personaggi centrali questo aforisma: il diavolo combatte con Dio, e il campo di battaglia è il cuore dell’uomo» (Parte 1, Libro 3).

Sì è in atto una terza guerra mondiale diffusa in tutto il mondo, ed è così estesa  perchè “l’origine da cui staturisce la violenza è il cuore dell’uomo”.( Papa Francesco,Messaggio della giornata mondiale per la pace 2016).

“L’uomo oggi è malato sopratutto di individualismo e di indifferenza. “l’indifferenza costituisce una minaccia per la famiglia umana”. 3. Certo è che l’atteggiamento dell’indifferente, di chi chiude il cuore per non prendere in considerazione gli altri, di chi chiude gli occhi per non vedere ciò che lo circonda o si scansa per non essere toccato dai problemi altrui, caratterizza una tipologia umana piuttosto diffusa e presente in ogni epoca della storia. Tuttavia, ai nostri giorni esso ha superato decisamente l’ambito individuale per assumere una dimensione globale e produrre il fenomeno della “globalizzazione dell’indifferenza”. ( Papa Francesco,Messaggio della giornata mondiale per la pace 2016)

“La prima forma di indifferenza nella società umana è quella verso Dio, dalla quale scaturisce anche l’indifferenza verso il prossimo e verso il creato. È questo uno dei gravi effetti di un umanesimo falso e del materialismo pratico, combinati con un pensiero relativistico e nichilistico. L’uomo pensa di essere l’autore di sé stesso, della propria vita e della società; egli si sente autosufficiente e mira non solo a sostituirsi a Dio, ma a farne completamente a meno. ”.( Papa Francesco,Messaggio della giornata mondiale per la pace 2016)

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“E’ possibile vivere la gioia cristiana voltando le spalle a queste realtà? E’ possibile realizzare la gioia cristiana ignorando il gemito del fratello, dei bambini?

San Giuseppe è stato chiamato per primo a custodire la gioia della Salvezza. Davanti ai crimini atroci che stavano accadendo, san Giuseppe – esempio dell’uomo obbediente e fedele – fu capace di ascoltare la voce di Dio e la missione che il Padre gli affidava. E poiché seppe ascoltare la voce di Dio e si lasciò guidare dalla sua volontà, divenne più sensibile a ciò che lo circondava e seppe leggere gli avvenimenti con realismo.

Oggi anche a noi, pastori, viene chiesto lo stesso, di essere uomini capaci di ascoltare e non essere sordi alla voce del Padre, e così poter essere più sensibili alla realtà che ci circonda. Oggi, tenendo come modello san Giuseppe, siamo invitati a non lasciare che ci rubino la gioia. Siamo invitati a difenderla dagli Erode dei nostri giorni. E come san Giuseppe, abbiamo bisogno di coraggio per accettare questa realtà, per alzarci e prenderla tra le mani (cfr Mt 2,20). Il coraggio di proteggerla dai nuovi Erode dei nostri giorni, che fagocitano l’innocenza dei nostri bambini. Innocenza distrutta dalle guerre e dall’emigrazione forzata con la perdita di tutto ciò che questo comporta. Migliaia di nostri bambini sono caduti nelle mani di banditi, di mafie, di mercanti di morte che l’unica cosa che fanno è fagocitare e sfruttare i loro bisogni.

A titolo di esempio, oggi 75 milioni di bambini – a causa delle emergenze e delle crisi prolungate – hanno dovuto interrompere la loro istruzione. Nel 2015, il 68% di tutte le persone oggetto di traffico sessuale nel mondo erano bambini. D’altra parte, un terzo dei bambini che hanno dovuto vivere fuori dei loro paesi lo ha fatto per spostamento forzato. Viviamo in un mondo dove quasi la metà dei bambini che muoiono sotto i 5 anni muore per malnutrizione. Nell’anno 2016 si calcola che 150 milioni di bambini hanno compiuto un lavoro minorile, molti di loro vivendo in condizioni di schiavitù.” (Papa Francesco, Lettera ai Vescovi nella festa dei Santi Innocenti 2016)

Chi è allora il nemico e con quali armi  combatterlo?

“La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti…

[13]Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. [14]State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, [15]e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. [16]Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; [17]prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. [18]Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti……”( S.Paolo, Lettera agli Efesini cap.6)

L’INVITO DI PAPA FRANCESCO PER IL 2017

 “Se l’origine da cui scaturisce la violenza è il cuore degli uomini, allora è fondamentale percorrere il sentiero della nonviolenza in primo luogo all’interno della famiglia…..La famiglia è l’indispensabile crogiolo attraverso il quale coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle imparano a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri in modo disinteressato, e dove gli attriti o addirittura i conflitti devono essere superati non con la forza, ma con il dialogo, il rispetto, la ricerca del bene dell’altro, la misericordia e il perdono. Dall’interno della famiglia la gioia dell’amore si propaga nel mondo e si irradia in tutta la società.”

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“…Tutti desideriamo la pace; tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti e molti soffrono e sopportano pazientemente la fatica di tanti tentativi per costruirla. Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune. Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace. ( Papa Francesco,Messaggio della giornata mondiale per la pace 2017)

Perchè allora non formare oggi questi Nidi di preghiera? Affinchè dal cuore di Dio,  per mezzo della preghiera innocente e pura dei bambini  si riversi sul mondo un oceano di misericordia

Cosa intendiamo per “Nido di Preghiera”?

  1. Pio stesso, in una lettera del 28 maggio 1917 alla figlia spirituale Anna Rodote, ci spiega il significato spirituale della parola “Nido”:

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“Senti cosa vado pensando. Considero ciò che gli scrittori dicono degli alcioni, piccoli uccelli, che nidificano sulla spiaggia del mare. Essi lo vanno costruendo (il nido) di una forma rotonda e sì ben compresso che l’acqua del mare non può compenetrarvi. Al di sopra di esso vi è un’apertura, dalla quale ricevono l’aria. Ivi questi graziosi uccellini, ripongono i loro figlioli, affinché il mare sorprendendoli, essi possano nuotare con sicurezza e galleggiare sulle onde senza riempirsi di acqua né sommergersi. L’aria poi che si respira da quell’apertura, serve di contrappeso e di bilancia ancora, talmente che quei piccoli gomitoli mai si rovescino.

Figliola mia, Gesù si degni farti comprendere il significato di questa similitudine. Desidero che il tuo cuore sia di tal fatta ben compresso, e chiuso da ogni lato, acciocché se le agitazioni e le tempeste del mondo, del maligno spirito e della carne lo sorprenda, esso non ne sia penetrato. Non lasciare al tuo cuore altra apertura se non una soltanto, cioè quella dalla parte del cielo per aspirare e respirare il dolcissimo Salvatore (…)”(Padre Pio a Anna Rodote, 28 maggio 1917, in Epistolario, III, pp.109-110).

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P.Pio è chiaro in questo suo esempio: Il cuore deve essere come un nido!

 Ci porta l’esempio degli alcioni che fanno il nido in una forma particolare che custodisce dai vari pericoli.

Deve essere un nido ben fatto. Cosa custodisce il nido degli uccelli? Custodisce la vita dei piccoli uccellini, i quali senza nido o con un nido costruito male sarebbero in continuo pericolo.

Cosa deve custodire il cuore? Deve custodire la Vita, deve custodire l’Amore; deve essere un nido per l’Amore.

Il cuore è la casetta di Dio. Dio ha creato il mondo per far vivere l’uomo e ha creato il cuore dell’uomo per Se Stesso: Dio abita nel cuore; nel cuore abita l’Amore perché Dio è Amore.

Perchè il cuore  sia sempre unito all’Amore c’è bisogno della preghiera. E che sia un cuore “consacrato” un cuore cioè che dice sempre: Sì Padre, eccomi! Vengo a fare la Tua Volontà.

E il Nido è il luogo di preghiera.

– Quando preghiamo da soli il Nido è il nostro cuore.

– Se preghiamo con la famiglia, formeremo il Nido nella famiglia.

– Se preghiamo nella chiesa davanti a Gesù Eucaristia è il Nido parrocchiale.

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Formare Nidi di Preghiera: in famiglia, a scuola, in chiesa

madonna

I Nidi di Preghiera sono costituiti da cuori di bimbi che, sull’esempio dei tre Pastorelli di Fatima, si riuniscono per recitare insieme il Rosario e, ove possibile, adorare Gesù nel SS. Sacramento.

Il “Nido” è una fonte dalla quale sgorga la preghiera “onnipotente” dei bimbi che implora la misericordia per i peccatori e la realizzazione del regno d’amore che quotidianamente chiediamo nel Padre Nostro.

31 davanti a l Gesù Eucarestia

Ma come si forma un Nido di preghiera?

Occorrono a tal scopo:

  • Volontà paziente e costante di chi prende l’iniziativa.
  • Aiuto ai piccoli a comprendere quanto sia importante la loro preghiera, dal momento che a Fatima san Michele Arcangelo e la Madonna sono andati a chiederla proprio a dei bambini.
  • Deterninazione e fermezza dei genitori e degli insegnanti.
  • Esempio concreto.

Si può formare un Nido di preghiera in tanti luoghi e modi, però i più naturali e propizi sono la famiglia, la chiesa e la scuola.

Il “Nido” in famiglia

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Il primo Nido di Preghiera è di sua natura la famiglia nella quale il papà e la mamma devono nutrire i figli non solo con l’alimento materiale ma anche con quello spirituale, trasmettendo loro la fede soprattutto con l’esempio. Costituendo un Nido di Preghiera in casa si salva anche l’unità della famiglia, come disse Pio XII: “Famiglia che prega, famiglia unita”.

Suggerimenti pratici

– Fissare l’ora della preghiera cercando di conciliare le necessità di tutti.

– Preparare un altarino con un’immagine o una statua della Madonna dinanzi alla quale si pone un cero che resterà acceso per la durata dell’incontro.

– Sicuramente ci saranno tentativi di disturbo, per cui si esorta a chiudere i cellulari e a non rispondere al telefono. Se vengono amici o conoscenti non si interrompe la preghiera ma si invitano gli ospiti a parteciparvi, testimoniando così che Dio è al primo posto. Il papà o la mamma possono guidare la preghiera coinvolgendo man mano i bambini fino a lasciarla condurre da loro. 

Supporti per la preghiera

La coroncina del rosario; un libretto per bambini con i misteri meditati; la storia di Fatima; la Vita dei tre pastorelli narrata da Lucia; biografie di bambini santi; il catechismo della Chiesa Cattolica; il Vangelo… 

Come si svolge un incontro di un Nido di preghiera

Dopo una breve pausa di silenzio che permette ai piccoli di sistemarsi, si inizia con un ampio segno di croce fatto bene, lentamente, come insegnò la Madonna a Bernadette nella sua prima apparizione a Lourdes, pronunziando chiaramente le parole: “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

Si può fare un canto e un’invocazione alla Madonna; si dichiarano le intenzioni della preghiera, ponendo al primo posto la conversione dei peccatori, la Pace nel mondo e il Papa.

Si enunciano i misteri del rosario leggendo una piccola meditazione e facendo una pausa di silenzio per insegnare ai piccoli a riflettere. Tra un mistero e l’altro si può intonare un canto. Alla fine del rosario si può leggere e commentare un episodio della storia dei bambini di Fatima; il papà o la mamma o un bambino più preparato possono fare una breve riflessione.

Dopo la Salve Regina, si recitano le Litanie della Beatissima Vergine e si ripetono le preghiere di consacrazione all’angelo custode: “Fratello mio dammi la mano e portami a Dio”; alla Madonna: “Mamma ti dò cuore e volontà per l’eternità salva l’umanità”; a Dio Padre: “ Padre mio, Padre buono, a te mi offro a te mi dono”.

Dopo una pausa di silenzio si può chiudere invocando la benedizione del Padre del Cielo.

Questa traccia naturalmente può essere adattata a seconda delle circostanze e della disponibilità di tempo.

Il “Nido” in chiesa, dinanzi a Gesù Eucaristia

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In ogni tabernacolo c’è Gesù con il suo Corpo, il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità. E’ una presenza reale, da credere e da vivere: se ho un caro amico che sta in ospedale o non può uscire da casa l’amore mi spinge ad andare a trovarlo per stare un po’ con lui, condividendo le sue gioie e le sue pene. Gesù non è solo il mio migliore amico, è mio “fratello, sorella e madre” (Mc 3,35), è “mio Signore e mio Dio” (Gv 20,28), è il mio “Tutto” che per mio amore si è fatto prigioniero nel tabernacolo e ci dice: “Portatemi i bambini, di essi è il regno dei cieli, loro sono il grande respiro nella mia prigionia”.

Quando si comprende l’ansia di Gesù in quelle parole dette sulla croce “Ho sete” (Gv 19,28) e quando si sente che questa sete di anime e di Amore di Gesù continua nel tabernacolo, non si può restare indifferenti dinanzi alla sua sofferenza. Il sollievo più grande che possiamo dargli è portare a Lui i piccoli che entrano subito in sintonia con il suo Cuore che palpita in ogni tabernacolo: basta leggere le Memorie di Lucia per intuire la personale e profonda relazione che i bambini di Fatima

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avevano stabilito con Gesù “nascosto”, con Gesù “solo” come loro lo chiamavano.

Quando i bambini sono dinanzi a Gesù sacramentato “sentono” tutto ciò e in loro nasce la confidenza in Dio; “vivono” la sua presenza e si lasciano coinvolgere dal suo amore che li invita ad una più profonda intimità nella Comunione eucaristica. Solo in questo contesto possono realizzarsi le parole profetiche di San Pio X : “Avremo dei bambini santi” e di Giovanni Paolo II: “Avremo apostoli tra i bambini”.

E’ importante insegnare ai bambini che quando si entra ed esce dalla chiesa bisogna fare il segno della croce e la genuflessione fino a terra. Ci si genuflette ancora tutte le volte che si passa dinanzi al Santissimo Sacramento nel tabernacolo: siamo dinanzi al Re dei re!

Bisogna fissare l’ora dell’incontro possibilmente quando in Chiesa non ci sono altre attività che potrebbero distrarre i bimbi e impedire loro di concentrarsi in questo tempo di particolare intimità con Dio.

Si fa un canto eucaristico e si saluta Gesù presente nell’Eucaristia, si fa una piccola riflessione che sia di incitamento ai bambini con esempi presi dai pastorelli di Fatima o dalle biografie di bambini santi .

Poi la recita del Rosario; rifarsi a quanto suggerito  per il Nido di Preghiera in famiglia. Pausa di alcuni minuti di silenzio. Ripetizione delle preghiere di consacrazione e delle preghiere insegnate dall’Angelo a Fatima.

Infine un canto eucaristico in preparazione della Comunione; se non è possibile farla sacramentalmente si fa la comunione spirituale. Dopo la Comunione si recitano come ringraziamento le preghiere insegnate a Fatima dall’angelo. Si conclude con la benedizione e un canto.

I supporti per la preghiera sono gli stessi suggeriti per il Nido in famiglia.

Il “Nido” a scuola

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Abituare i bambini a recitare il santo rosario o almeno una decina a scuola è metterli alla scuola di Maria, la maestra del Maestro; non bisogna aver timore di togliere tempo alle lezioni: quei minuti vissuti con Maria nel Rosario aiutano a fare ordine nelle menti e nei cuori dei piccoli, acuendo la loro capacità di apprendimento.

Se le scuole hanno il dono di una cappella interna con Gesù Sacramentato vi si possono riunire i bambini una volta la settimana, a turno, seguendo le indicazioni date per il Nido di Preghiera in chiesa. Sarebbero tanti Nidi che darebbero gioia e conforto a Gesù Eucaristia.

Nelle scuole pubbliche di quasi tutti i paesi oggi vigono norme che limitano le attività religiose ma, con un po’ di fantasia e con il suggerimento degli Angeli, si può trovare la maniera per realizzarvi un Nido di preghiera.

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Conclusione

I Nidi di Preghiera come abbiamo visto sono un desiderio di S.Pio da Pietrelcina e la Vergine Maria cerca questo aiuto dei bambini. Dunque ascoltiamo la voce dello Spirito.

Prima di tutto i padri e le madri formino con i loro figli Nidi di preghiera e vivano il loro  essere “ministri dell’educazione” nelle loro famiglie, e i sacerdoti, i catechisti, gli animatori, gli educatori li appoggino in questa nuova  e urgente iniziativa. Tutti possono aiutare a formare i Nidi di Preghiera.

[1] Ho avuto copia di questa circolare da Bruna Barbirotti di Salerno la cui sorella Ottavia, membro del Consiglio Generale dei gruppi, sostenne sempre la formazione dei Nidi di Preghiera. Suo è l’articolo “I Nidi di preghiera, un ideale da realizzare” pubblicato su La Casa Sollievo del 16.4.1998.